mercoledì, aprile 29, 2020

Ricordo di Paola Borboni


Paola Borboni trentenne
Paola Borboni
nello splendore dei suoi trent’anni

Non vorrei lasciar passare questo triste mese di aprile senza condividere un ricordo della bravissima attrice Paola Borboni (su di lei vedi anche Nicolaj), scomparsa venticinque anni fa proprio il 9 di questo mese. Un ricordo pieno di ammirazione per il fresco senso dell’umorismo e la vivacità intellettuale a dispetto delletà già molto avanzata.

La vidi recitare a Lubiana in una sera di giugno del lontano 1988. Interpretava il ruolo di Madeleine (con Anna Perino nelle vesti della ragazza) in Savannah Bay, una pièce scritta da Marguerite Duras cinque anni prima, ma della quale, ahimè, non sapevo proprio nulla.
Luogo dell’evento la piccola sala del Mladinsko Gledališče, piuttosto squallida (come da copione, avrei saputo in seguito). Pubblico poco numeroso. Né avrebbe potuto essere diversamente, se si pensa che la recitazione era in italiano e, già di per sé, il testo non è di facile comprensione.

Frammenti di memoria, talvolta ossessivi, sempre incoerenti e pieni di incertezze: episodi ed emozioni vissuti nella vita reale o soltanto nel teatro? Ma teatro e vita reale s’intrecciano e sembrano convergere verso un nodo doloroso, anzi tragico. Lo lascia indovinare anche la scelta delle musiche, in particolare gli accenni deformati ai Pagliacci di Leoncavallo (“Un nido di memorie”…, “E se Arlecchin”…). Azione scenica piuttosto monotona, nonostante misteriosi frastuoni amplificati dalla cassa acustica che ci sta proprio vicina (siamo in terza fila) e che spaventano la mia bambina (che tuttavia resiste eroicamente fino alla fine, sempre attenta, chiedendo di tanto in tanto spiegazioni: perché piange? Perché raccoglie quelle palle e le mette nella cesta? Perché giocano?...).

Paola Borboni in Così è (1986)
Paola Borboni
in Così è (se vi pare) – 1986
Il testo sembra scelto su misura per la Borboni, questa vecchietta ultraottantenne ancora in forma. Difetta ormai di memoria e di sensibilità uditiva: una voce misteriosa suggerisce a voce abbastanza alta (dai nostri posti si sente distintamente) e talvolta l’anziana attrice porge l’orecchio verso il punto dove sa che è nascosto il suggeritore (gesto evidentissimo) in attesa del soccorso. Qualcuno dietro di me ride, ma forse senza malignità. Del resto, alle volte viene persino il dubbio che anche queste vere o presunte difficoltà dell’interprete facciano parte del gioco scenico.

Alla fine comunque il pubblico applaude a lungo, come se volesse moltiplicarsi e colmare anche i posti vuoti. Un signore (il direttore del teatro?) legge in sloveno un indirizzo di saluto. Vasilka Stanovnik, in veste di interprete, comincia a tradurre ma la Borboni le tronca la parola in bocca (“Ho capito tutto, sa?”). Il pubblico applaude. (“Del resto – aggiunge – saranno state parole gentili”). Il signore continua, conferendole un diploma d’onore con iscrizione in latino di cui fornisce la traduzione slovena. “Posso tradurre?”, domanda Vasilka. “Sì sì, traduca, ché ora la faccenda è un po’ più complicata”. Alla fine ringrazia, e aggiunge: “Gliel’ha detto a questi signori del pubblico quanti anni ho? Io ho ottantotto anni e mezzo. E ho cominciato a fare teatro a 16 anni, 73 anni fa. Vedo tra di voi molti giovani. Beh, se siete rimasti seduti siete stati molto gentili. Sono contenta e vi ringrazio”. Poi manda attraverso il pubblico un saluto al sindaco di Lubiana, sorpresa che sia una donna. “Io non sono mai stata femminista. Ma sono contenta quando sento di una donna che occupa posti importanti. Noi donne forse siamo un tantino schiave, ma non per debolezza; per amore dell’uomo!”.
 
Paola Borboni sedicenne
Paola Borboni
all’inizio della lunghissima carriera d’attrice

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