Recensione a
Ferruccio Tammaro, “Busoni e Sibelius: un’amicizia complementare”
in Busoni Arlecchino e il futurismo, Atti del Convegno, Empoli 13-14 marzo 2016, pp. 207-218 (v. Busoni Arlecchino e il f.).
È un ben strano rapporto d’amicizia quello tra Busoni e
Jean Sibelius rivelatoci da questo intervento di Ferruccio Tammaro.
Si conobbero nel 1888 a Helsinki, dove il ventiduenne
empolese aveva ottenuto una cattedra di pianoforte. Sibelius (un anno in più di
Busoni) è ancora studente. Tra i due si instaura subito un rapporto di
amicizia, cordiale ma asimmetrica: paternalistica e protettiva da parte del più
giovane, deferente e piuttosto impacciata da parte del più anziano. Nonostante
qualche bonaria riserva, Busoni lo stimava molto, gli voleva bene e, forte
della stima che si era guadagnato negli ambienti più vivaci della cultura
musicale europea, cercò sempre di aiutarlo a farsi strada.
Eppure, sul piano della teoria e pratica musicale non
pare ci fosse molto in comune. Sibelius ricercava una sua strada nel campo
della musica strumentale, ma – diciamo così – in maniera tranquilla, ben
lontana dall’irrequieto sperimentalismo busoniano. E il bello è che, con tutta
la sua deferenza, verso il musicista empolese il finnico nutriva sì sentimenti
di sincera gratitudine e sconfinata ammirazione per il grande pianista, ma
aveva forti dubbi sulle sue qualità di direttore d’orchestra, e – mi si passi
il termine – scarsa sympàtheia per le
sue composizioni. “Non è un direttore d’orchestra” diceva a Lienau. E al suo
diario confidava di trovare “povera e brutta” la musica della Fantasia contrappuntistica, chiedendosi
perché mai “questo grande pianista” si ostinasse a voler comporre. Cose che se
le avesse sapute il povero Busoni...
Sibelius verso la fine degli anni ’80
(dal sito themonthly.com)
Più credibile, quell’atteggiamento,
in questo giovanotto poco più che
ventenne.
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Il fatto è che la loro amicizia era complementare, “una
‘conciliazione di opposti’, una fusione di ‘affinità divergenti’”, spiega
Tammaro. Busoni “trovava nella genuinità di Sibelius quello che a lui mancava e
che alla fin fine non gli dispiaceva del tutto, cioè quella spontaneità
inventiva e melodica che in lui continuava a essere subordinata ai suoi
interessi contrappuntistici e alla sua raffinata e scaltrita ricerca
intellettuale”. Per Sibelius “Busoni rappresentò quello che egli non era e che
sentiva di dover essere: l’artista pienamente al passo con i tempi, ben inserito
nella musica europea. Ma soprattutto, come già detto, il grande
concertista”.
Busoni finì con l’accorgersi dell’asimmetria, e con l’accettarla, sia pure con una punta di comprensibile amarezza. “Lui è così complicato e così difficile da decifrare, e il nostro legame resta unilaterale” – si sfoga nel 1921 con l’amico comune Adolf Paul. E notate con quanta precisione coglie l’atteggiamento di Sibelius verso di lui: “Malgrado il nostro affetto reciproco, lui non mi sembra mai completamente a suo agio con me e nello stesso tempo manifesta una sorta di ossequiosità infantile e sgradevole che mi imbarazza”. E conclude: “Malgrado tutto ciò, l’amo molto”.
Ma Sibelius è anche questo bonario
signore
che davanti al pianoforte
posa seduto in elegante poltroncina,
anziché sullo scomodo sgabello
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Busoni finì con l’accorgersi dell’asimmetria, e con l’accettarla, sia pure con una punta di comprensibile amarezza. “Lui è così complicato e così difficile da decifrare, e il nostro legame resta unilaterale” – si sfoga nel 1921 con l’amico comune Adolf Paul. E notate con quanta precisione coglie l’atteggiamento di Sibelius verso di lui: “Malgrado il nostro affetto reciproco, lui non mi sembra mai completamente a suo agio con me e nello stesso tempo manifesta una sorta di ossequiosità infantile e sgradevole che mi imbarazza”. E conclude: “Malgrado tutto ciò, l’amo molto”.
Dov’è finito, vien fatto di chiedersi, l’Arlecchino
cinico e apocalittico dell’Arlecchineide?
Siano rese grazie postume, al grande empolese, anche per questa sua
disinteressata generosità!
Busoni pianista acclamato e… triste:
le acclamazioni le avrebbe preferite
rivolte
al compositore rivoluzionario
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